Le situazioni in cui quotidianamente ci troviamo a “dire di sì”, nonostante in realtà desidereremmo “dire di no”, sono varie. Spesso giustifichiamo la nostra accondiscendenza pensando”Non posso rifiutare altrimenti si offende, si arrabbia, o magari ci resta male”, oppure preoccupandoci di cosa possa pensare l’altro di noi se rifiutiamo una proposta.
Quante volte ripetiamo queste frasi a noi stessi,salvo poi ritrovarci coinvolti in situazioniche non ci piacciono? Perché ci succede questo? La risposta è semplice: perché non siamo riusciti a dire di no!
Ma cosa accade dentro di noi in quei momenti per cui non riusciamo a dire di no?
Le risposte a questa domanda possono essere varie, come varia è l’esperienza soggettiva di ognuno di noi. Possiamo solo ipotizzare con cosa facciamo i conti quando immaginiamo che l’altro si dispiaccia, resti deluso o si arrabbi. Ci spaventiamo? Ci sentiamo in colpa? Temiamo il conflitto o la disapprovazione?
Affinché ciascuno di noi possa comprendere cosa accade dentro di sé è fondamentale spostare il focus dell’attenzione dall’altro al nostro mondo interiore.
Alcune persone sono consapevoli della propria difficoltà nel dire di no, altre lo sono meno, rinforzate anche da un sistema socio-culturale cherispetta la tacita regola in base alla quale, le persone gentili, educate e altruiste non dicono mai di no!
Inoltre, fin da piccoli molti di noi hanno imparato che, per sentirsi approvati e amati dall’altro, non bisogna contraddirloperché semplicemente i “bravi bambini” fanno ciò che gli si dice di fare e senza discutere.Principi di questo tipo aprono una finestra di riflessione sull’impatto che tali consuetudini possono avere nelle sviluppo delle persone.
A tutti piace sentirsi approvati dagli altri, e va bene così. Ma questo può diventare un problema nel momento in cui abbiamo non possiamo fare a meno dell’approvazione dell’altro per stare bene e,quindi, quando il nostro benessere passa pressoché esclusivamente attraverso il soddisfare le aspettative altrui.
Ma in che modo questo può rappresentare un problema?
Innanzitutto perché scegliamo di dare agli altri il potere di decidere per noi se andiamo bene oppure no, per cui se qualcuno ci disapprova allora non andiamo bene neanche per noi e ci sentiamo sbagliati. Inoltre, proprio perché il nostro valore, e dunque la nostra autostima, dipendono dall’approvazione dell’altro, tenderemo a compiacere le richieste e le aspettative altrui per sentirci “ok”.
Questo atteggiamento può essere fonte di grande disagio. Disagio perché non ci basta ciò che pensiamo di noi per riconoscere il nostro valore; disagio perché ci si sovraccaricaper accontentare gli altri, innalzando i livelli di stress; disagio perché, a volte, tutto questo affannarsi per gli altri, non sempre garantisce l’approvazione desiderata, rischiando così un’ulteriore ricaduta sulla nostra autostima.
Per avere un immediato riscontro di quanto ciò possa essere vero, basta soffermarsi alcuni istantia pensare alla nostra scala di priorità. Che posto occupiamo in questa scala? Se gli altri (famiglia, amici e persino il lavoro) vengono sempre prima di noi, è indice del fatto che qualcosa non sta funzionando al meglio.
Va inoltre tenuto presente come un altro aspetto che spesso funge da deterrente al dire di no, è l’idea che, quando lo si fa, ciò possa far sentire l’altro rifiutato come persona, mentre noi in realtàstiamo solo facendo una scelta rispetto ad una proposta che ci viene fatta. E in questo non c’è niente di personale.
Poniamoci nella condizione in cui abbiamo voglia di andare al cinema ed invitiamo un amico ad accompagnarci. Lui risponde “No, grazie, mi piacerebbe ma sono molto stanco e ho bisogno di riposare, facciamo un’altra volta!”
Ci sentiamo rifiutati o traditi per questo “no” ricevuto? Il nostro amico ci ha motivato il suo no, esprimendoci il proprio bisogno, che nulla ha a che vedere con noi.
Questo è un esempio che sottolinea come sperimentare alternative ai nostri soliti comportamenti, può essere un modo per scoprire che alcune preoccupazioni (come la paura della reazione dell’altro) sono convinzione errate, smentite poi dalla realtà.
Imparare a dire di “no” quindi, può rappresentare la preziosa occasione per scoprire che possiamo essere amati anche senza sacrificare i nostri bisogni per compiacere le aspettative altrui, e che si può rispettare gli altri senza che ciò vada a discapito di noi stessi
Dr.ssa Antonella Cuzzolino